MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: "Ci provo, ma non è il mio modo per andare forte"

MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: "Ci provo, ma non è il mio modo per andare forte"
Giovanni Zamagni
Il problema è sempre lo stesso: Andrea non riesce a sfruttare la Ducati con la nuova gomma posteriore: “I dati dicono chiaramente cosa bisogna fare per essere veloci, ma non è facile cambiare tutto quello che ha funzionato negli ultimi tre anni”
19 settembre 2020

Come suo solito, Andrea Dovizioso non cerca scuse: sa di non sfruttare al massimo il potenziale di questa moto con queste gomme. E’ sempre lo stesso problema: il modo di guidare degli anni passati, adesso non è più efficace.
“Studiamo e ristudiamo i dati, la situazione è piuttosto chiara, ma non è facile cambiare il sistema di frenata. Per me, è molto difficile adattarsi al cambiamento portato dalla gomma posteriore. La messa a punto della moto è completamente differente rispetto a quello che abbiamo avuto negli ultimi 3 anni, quello che funzionava fino al 2019, adesso non va più bene. In frenata, alla fine, sono riuscito a migliorare un po’, ho fatto un buon tempo in Q1, ma in generale non sono fluido, faccio troppa fatica”

Eppure dopo i test sembrava piuttosto fiducioso.
“Durante i test sono migliorato e ci sono riuscito anche in questi due giorni, ma anche i miei rivali hanno fatto un passo in avanti: non sono dove mi aspettavo di essere. Ma durante i gp è difficile cambiare, ci vuole tempo”.

Puoi spiegare le differenze con il 2019?
“Nel 2019 la gomma posteriore non aveva così tanto grip e così in staccata dovevi usare di più l’anteriore per fermare la moto, giocare con lo scivolamento del posteriore per entrare in curva. Invece adesso devi frenare in modo differente, il posteriore non scivola come prima, devi entrare più veloce rispetto a quanto eri abituato a fare. E’ tutto l’opposto di prima. Non è istintivo fare quello che devi fare per andare forte con queste gomme, è molto diverso rispetto agli ultimi tre anni. Bisogna essere più rapidi in inserimento, uscire diversamente, con una moto con un nuovo assetto. Non è istintivo, anche quando vedi i dati: ci provo, ma non è il mio modo di andare forte, mi costa di più e sto facendo fatica”

Quanto ha influito dover passare dalla Q1?
“Solo un po’ di stress e di capelli bianchi… La realtà è che quando poi riesci a passare in Q2, hai più velocità: è perfino un vantaggio, anche se hai una gomma in meno”.

Perché hai cambiato la scritta sulla tuta, da “imperterrito” a “disoccupato”?
“Ho accettato una scommessa con i miei amici prima di Misano1: se fossi stato in testa al campionato dopo la gara, avrei messo quella scritta… Sinceramente non credevo di poter essere primo dopo Misano1: diciamo che non ho fatto tutto al meglio per andare in testa al campionato, ma Quartararo mi ha dato una mano… Non avrei voluto metterla dopo un settimo post, ma ormai la scommessa l’avevo fatta”

Cosa puoi dire del futuro, sei veramente disoccupato?
“Stiamo parlando con più Case, si stanno aprendo varie soluzione che possono offrire situazioni differenti. Dipende quale sarà la scelta e come si svilupperà: in certi posti ha senso andare per fare solo il tester, in altri per fare anche altro. Ancora si devono delineare gli scenari, ci vuole un po’ di tempo: quando verranno fatte delle proposte più chiare si vedrà”.

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