MotoGP 2020. Joan Mir, un talento incredibile

Giovanni Zamagni
Mir vince il titolo MotoGP con una gara d'anticipo e in un anno difficilissimo. Un talento cristallino e una dote innata
15 novembre 2020

Chico Lorenzo, il padre di Jorge Lorenzo, conosce bene Joan Mir. Un giorno, 13 anni fa, un padre si  presentò alla scuola moto di Chico di Maiorca. Juan, il padre di Joan, arrivò con suo figlio e chiese a Chico di insegnargli le basi per diventare pilota. Dato che il padre di Lorenzo era impegnato con altri ragazzi, per intrattenere Joan gli diede una mini moto e gli disse di andare in un angolo del campo scuola per fare una serie di esercizi.

Chico continuò a lavorare con gli iscritti al suo corso, ma a un certo punto volle dare un’occhiata al ragazzino appena arrivato. Rimase sorpreso da quello che vide. Allora chiese al papà di Joan se avesse mai guidato prima una moto. “No, è la sua prima volta” rispose. 

Chico Lorenzo non gli credette. Andò dal ragazzo e gli chiese: “Come va?”. “Bene” rispose Joan seduto sulla minimoto, alzando lo sguardo verso il “maestro”.  “Ma hai già guidato una moto, vero?”. “No, mai - confermò -: questa è la prima volta”. 

 

Un talento incredibile

Secondo il padre di Jorge - uno che ha cresciuto tanti piloti fortissimi, non solo il figlio Jorge - Joan ha mostrato fin dal primo momento un talento incredibile per guidare una moto, ma anche una poca attitudine a seguire la dura disciplina imposta dalla sua scuola. Mentre gli altri ragazzini prendevano sul serio il fatto di allenarsi, con l’obiettivo di diventare piloti, Joan voleva solo divertirsi. Ecco perché, alla scuola di Chico Lorenzo, non è durato a lungo: un paio d’anni, non di più. Ma ha lasciato il segno sull’insegnante, sul capo, su Chico, che da allora l’ha sempre seguito da vicino.

Chico, uno che di piloti se ne intende, ha grande stima di Joan Mir. “Joan corre in MotoGP proprio come ha fatto in Moto3. L’anno in cui ha vinto il titolo (il 2017, NDA) ha ottenuto 10 vittorie, delle quali solo una in solitario, in fuga dall’inizio. Tutte le altre sono arrivate dopo battaglie fino all’ultimo giro” spiega Chico. “La differenza - continua - è che nella follia della Moto3 questa caratteristica è passata inosservata; ora Mir stupisce tutti per questa sua qualità. Ma l’ha sempre avuta”.

 

Grande carattere

Nel GP di San Marino, Mir non ha avuto nessuna remora di infilare Valentino Rossi, a casa sua, all’ultimo giro; una settimana dopo, ha passato Fabio Quartararo e Pol Espargaro in due giri, con il traguardo lì, in vista. E ha fatto lo stesso nel GP di Catalunya a Montmelò. Un’attitudine a superare assolutamente esaltante ed è normale chiedersi cosa potrà fare Mir quando si qualificherà bene…

I numeri freddi, crudi, ma fondamentali nelle corse e nello sport dicono che Joan ha un limite in qualifica, tanto che  anche in Moto3 non eccelleva nel turni cronometrati: una sola pole per lui in quella stagione, che pure ha dominato. 

“In Moto3, il suo talento era così superiore a quello dei suoi rivali che per lui non era assolutamente un limite partire dalla terza o dalla quarta fila della griglia di partenza” continua Chico Lorenzo, insistendo ancora una volta sul fatto che Mir non è cambiato in MotoGP: continua a correre sempre nello stesso modo.

Dopo un paio di gare complicate - caduta a Jerez1, quinto a Jerez2, nuovamente uno zero a Brno - il pilota della Suzuki è diventato il contendente più solido per il titolo: ha iniziato a totalizzare un sacco di punti, è quello che ha conquistato complessivamente più podi, pur partendo solo una volta dalla prima fila, in Austria2, dove poi è arrivato terzo.

Si sente più forte di tutti

In questa stagione, Mir è stato capace di essere più veloce del compagno di quadra Alex Rins, fino all’anno scorso chiaramente il pilota di riferimento nel box Suzuki. Ma la telemetria ha sempre dimostrato che tra i due piloti il migliore dei due fosse proprio Joan. Con Alex ha un rapporto di rispetto, ma non va oltre a questo ed è uno che non si fa problemi a rispondere agli altri piloti, come ha fatto con Quartararo dopo che il francese aveva dichiarato come la Suzuki fosse la migliore moto in griglia.

“Non sapevo che Fabio avesse provato la mia Suzuki”, ha risposto Mir con ironia, dimostrando grande carattere e personalità. E quando nel 2019, tutti parlavano solo di Fabio come il grande futuro della MotoGP, non ha esitato ad affermare di non considerare Quartararo un pilota migliore di lui.

“Mi alleno con Fabio tante volte ad Andorra, conosco il suo livello e conosco il mio… Inoltre, ogni volta che abbiamo corso contro nella stessa categoria, l’ho sempre battuto”.

Diretto, sincero, determinato, molto sicuro di sé, spavaldo, ma mai arrogante. Questo è Joan Mir, il campione del mondo della MotoGP. In cinque anni di mondiale ha già vinto due titoli, uno in Moto3 e uno in MotoGP. Per me è fortissimo, siamo a livello dei grandissimi. Sì, anche di Valentino Rossi e Marc Marquez.