MotoGP, Mick Doohan: "Avrei voluto Valentino nel mio box"

MotoGP, Mick Doohan: "Avrei voluto Valentino nel mio box"
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il cinque volte iridato parla di Valentino, di come avrebbe voluto sfidarlo e di quali siano le sue prospettive per il futuro. E non si risparmia un giudizio sulle moto di oggi...
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
4 giugno 2020

Sarebbe stata una sfida fantastica, non c'è che dire. Del resto, la stima di Michael Doohan per Valentino Rossi non è mai stata un mistero, anche in quel periodo in cui - subito dopo il grande tradimento del passaggio alla Yamaha - il suo status di uomo immagine Honda lo costringeva ad essere piuttosto politico nelle dichiarazioni. Ma anche allora, la ruvidità dell'australiano veniva fuori: quando Gibernau, avvicinatosi a -15 in classifica iridata, si disse molto tranquillo in ottica mondiale, Doohan commentò come lui stesso non si sarebbe sentito sicuro con 15 punti di vantaggio, figuriamoci con uno svantaggio del genere.

Non stupisce quindi che Doohan, in un'intervista a Behind the Visor, trasmissione motoristica del network statunitense FOX, abbia dichiarato come avrebbe voluto sfidare Rossi ad armi pari. Valentino già nel 1999 era ormai dato per certo in sella alla Honda NSR 500; ironia della sorte ha voluto che invece che come compagno di squadra, Doohan lo abbia avuto come successore all'interno della squadra gestita da Jeremy Burgess. Mick si è infatti infortunato gravemente nelle prove del Gran Premio di Spagna 1999, chiudendo così la sua carriera. E Valentino esordì quindi con la Honda ufficiale gestita da una squadra privata con sponsor Nastro Azzurro, ma con dentro al box tutto il team di Michael Doohan.

"Volevo Rossi come compagno di squadra" ha dichiarato Doohan. "E non sarebbe stato un problema averlo nel mio box, perché ognuno di noi avrebbe avuto il suo sponsor. Rossi è sempre andato forte fin da subito, è per questo che l'avrei voluto con me. Sarebbe stata una sfida difficile per entrambi, ne sono sicuro. Gli avrei causato molti mal di testa, e viceversa..."

Adesso è Rossi che deve iniziare a pensare alla fine della sua carriera, anche se (nonostante i dubbi del nostro Zamagni) sembra proprio che Valentino continuerà - e presumibilmente concluderà - esattamente come ha iniziato in classe regina: con una moto ufficiale gestita da un team satellite, ovvero la YZR-M1 affidata al team SRT-Petronas.

"Avrà a disposizione il materiale migliore anche se sarà in un team satellite, e considerando che non c'è pilota migliore di lui nello sviluppo, questa è una situazione perfetta. È ancora competitivo, e ammiro molto la sua determinazione, perché è ancora capace di salire sul podio anche se parte in terza fila. Il problema, oggi, è solo capire se ci sia qualcun altro ad avere la velocità di Márquez."

Un altro scontro fra grandissimi, che forse però ha un sapore diverso da quelli sulle 500 di allora, dove il pilota contava molto di più senza l'invadenza di quell'elettronica che ha livellato un po' i valori verso l'alto. "Le moto di oggi sono fantastiche, ma... c'è qualcuno che sarebbe in grado di guidarle senza tutta l'elettronica? Qualcuno, ne sono sicuro, ne ha assoluto bisogno, mentre uno come Márquez potrebbe sicuramente farne a meno..."