MotoGP. Quale futuro per Rossi e Ducati dopo il rinnovo di Viñales?

MotoGP. Quale futuro per Rossi e Ducati dopo il rinnovo di Viñales?
Giovanni Zamagni
La firma tra Viñales e la Yamaha mette in difficoltà Valentino e la Casa di Borgo Panigale. Cosa accadrà adesso? Ecco qualche considerazione basata più sulla logica che su fatti concreti. Con una speranza: che si torni a valutare i piloti per le prestazioni di quest’anno, non per quelle passate
28 gennaio 2020

Come era già successo nel 2018, Maverick Vinales e la Yamaha sono i primi a rinnovare il contratto per altre due stagioni, per il biennio 2021-2022. La prima reazione - perlomeno la mia - è stata: “che fretta c’era?”. Due anni fa, sempre secondo me, era più comprensible: dopo un finale di stagione 2017 piuttosto complicato, la Yamaha aveva voluto dimostrare tutta la sua fiducia nei confronti del giovane talento, capace di vincere tre delle prima cinque gare di quell’anno.

Oggi, però, non credo ci fosse tutta questa fretta, né da parte della Casa né (soprattutto) da parte del pilota: Viñales è uno dei campioni più forti in assoluto, con tante possibilità di scelta, considerando i vincoli contrattuali in scadenza di tutti i rivali. Perché affrettare i tempi, togliersi la possibilità di scegliere? Forse per una questione psicologica: Maverick non vuole avere pressione, sa che non avere certezze sul futuro ti può togliere energie preziose per la pista. Ecco, firmare ancora prima dell’inizio della stagione ti permette di concentrarti solo su te stesso, sulla moto e sulla squadra, senza alcuna distrazione.

Evidentemente, inoltre, Maverick sta bene dov’è: un aspetto fondamentale: per quanto riguarda Yamaha, la scelta di rinnovare subito con lui si può leggere in due modi differenti: 1) la paura di perdere uno dei piloti più forti in assoluto, che era già stato contattato, per esempio, dalla Ducati; 2) a Iwata hanno già scelto la squadra per le prossime stagioni.

 

Quale futuro per Rossi?

Dopo quello che ha fatto Fabio Quartararò nel 2019, è normale pensare che in Yamaha faranno di tutto per tenersi stretto il giovanissimo ventenne francese, decidendo di promuoverlo nella squadra ufficiale: questo dice la logica. E chissà, forse è già stata fatta anche questa mossa. Una scelta che, per la prima prima volta, metterebbe in difficoltà Valentino Rossi, che, forse non a caso, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport a inizio gennaio aveva dichiarato che potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di passare al team satellite Petronas ("Tanto le moto sono praticamente uguali" aveva detto, tra l’altro, Valentino).

Una soluzione che non rappresenterebbe un ripiego né per la Yamaha né per il pilota, anzi: la Casa giapponese avrebbe sempre sotto contratto il pilota che ancora oggi è capace di muovere più di ogni altro interessi enormi; il campionissimo avrebbe comunque la garanzia di poter finire la carriera in una squadra e con una moto di altissimo livello. D’accordo, si fa fatica a pensare Valentino non in una squadra ufficiale, ma a 41 anni ci può stare, non sarebbe un declassamento.

Non solo: si potrebbe creare un team di grande impatto mediatico con il fratello Luca Marini, che a fine 2020 lascerà la Moto2 per passare in MotoGP. E’ chiaro che, in questo caso, dovrebbe essere Franco Morbidelli - delfino di Valentino Rossi - a lasciargli il posto: molto dipenderà dai risultati di questa stagione. Sempre ammesso che Rossi decida di continuare, naturalmente.

 

E per la Ducati?

La firma di Viñales incide anche sulle scelte della Ducati, che sembrava molto interessata allo spagnolo, anche se qualche uomo ai vertici di Borgo Panigale non era convinto di questa scelta: evidentemente non è stata fatta una vera e propria offerta.

L’aspetto positivo, forse, è che dopo questo accordo in Ducati potrebbero avere meno fretta di chiudere un qualsiasi altro accordo per il 2021, provando a ricucire con Andrea Dovizioso, con il quale i rapporti non sono così buoni, e, intanto, valutando le prestazioni di Johann Zarco, di Jack Miller, di Pecco Bagnaia e, naturalmente, anche di Danilo Petrucci.

Dato per scontato che Marc Márquez rimarrà lì dov’è - almeno stando alla situazione attuale - e sistemato Maverick Viñales, potrebbe anche essere che per gli altri contratti non ci sarà tutta questa fretta per firmare, aspettando un po’ di tempo per valutare risultati e prestazioni. Come dovrebbe sempre essere. Ma forse la mia è solo una speranza…