Pedro Acosta, l'enfant prodige della Moto3 cresciuto a pane e Kevin Schwantz

In tanti, e persino quell'idolo che lui non ha mai visto correre, si sono congratulati per l'impresa di Losail. Anche Valentino Rossi gli ha dato del predestinato, scherzando sul fatto che forse si ritroveranno a sfidarsi in MotoGP
6 aprile 2021

Ha iniziato a cinque anni, quando il babbo gli ha regalato una motina cinese, di quelle che qualche tempo fa si compravano ovunque e con poco sforzo. Poco più di un giocattolo, ma che è bastato a segnare un amore per sempre. Pedro Acosta, il giovanissimo idolo di Losail che ha vinto il GP della Moto3 partendo dalla pitlane, è figlio di un pescatore di Mazarron che aveva una Suzuki in livrea Pepsi in garage e domenica, dopo la sua impresa, s’è ritrovato lo smartphone pieno di messaggi di congratulazioni. Erano di Marc Marquez, di Maverick Vinales, di Fabio Quartararo. Insomma, dei suoi idoli. Compreso il messaggio dell’idolo che lui non ha mai visto correre, ma che considera il pilota di riferimento: Kevin Schwantz.

Il giovanissimo Pedro Acosta, faccia da ragazzino timido e apparecchio ai denti, lo ha raccontato nell’intervista rilasciata ad As.com. “Papà – ha detto – aveva una Suzuki come quella di Schwantz e io sono cresciuto guardando le foto e i filmati di quel funambolico pilota americano. La passione di mio padre è diventata la mia passione e dopo quella motina a cinque anni, a sei ho iniziato a fare sul serio. All’inizio mia mamma non era molto contenta”. Poi, però, la mamma e le sue due sorelle più grandi sono subito diventate anche le sue prime tifose, hanno cominciato ad arrivare le soddisfazioni e i primi successi e da quel momento non ci si è più fermati.

Fino alla RedBull Rookies Cup: il primo anno fa secondo, l’anno scorso, 2020, invece conquista il titolo. Che, tradotto in termini spiccioli, significa entrare nel motomondiale: categoria Moto3. All’inizio era stato quasi un problema per quelli di KTM, perché c’era da capire quale sella affidargli. Poi ci ha pensato lo stesso marchio austriaco a fornirgli una RC250 del Team Ajo, non proprio la peggiore del mazzo. E lui, il ragazzino terribile, non ha deluso le aspettative: secondo nel GP d’esordio e primo appena sette giorni dopo, nonostante la penalità di dover partire dalla pitlane.

Un’impresa, la sua, salutata con grandi complimenti da tutti, Valentino Rossi compreso, che ha scherzato sull’ipotesi di aspettare Pedro Acosta in MotoGP per sfidarlo nei prossimi anni. Il ragazzo, infatti, sembra un predestinato, anche se il primo a predicare prudenza è lui stesso: “Abbiamo fatto molti giorni di test su quel circuito – ha detto – Quindi avevo molti riferimenti e diversi giri sulle spalle. Non sarà così facile per me nel prossimo futuro, ma una cosa è certa: ci proverò sempre”.