Stoner firma i test di Valencia

Stoner firma i test di Valencia
Giovanni Zamagni
L'analisi dei tre giorni di prove: si sperimentano le prime novità 2010, mentre i giovani "promossi" dalla 250 iniziano a prendere confidenza con le potentissime MotoGP | G. Zamagni
12 novembre 2009

Una premessa doverosa: non sono mai stato un grande amante dei test invernali, poco veritieri, soprattutto per quanto riguarda il tempo sul giro. Troppe le variabili sconosciute che incidono sul risultato finale: gomme utilizzate (nuove o usate), mappatura del motore (libera, senza preoccuparsi del consumo, oppure in configurazione gara), quantità di benzina nel serbatoio (pochi litri o pieno). E poi, si sa, i test invernali sono un po' come il calcio d'agosto: tutti vanno forte, tutti vincono, ma alla fine lo scudetto, purtroppo, lo vince sempre l'Inter.

Detto questo, la tre giorni di Valencia non ha cambiato granché i valori in campo, anche se sono già scesi in pista i primi prototipi della prossima stagione, generalmente molto simili esteticamente ai modelli precedenti, ma in alcuni casi profondamente cambiati nell'anima.

Come la Ducati, che ha sperimentato un forcellone e, soprattutto un motore differente, modificato nell'ordine degli scoppi dei cilindri. Con ottimi risultati a giudicare dal cronometro: Casey Stoner ha finito il 2009 con il miglior tempo assoluto 1’31”899, Nicky Hayden ha chiuso con il quinto tempo a quasi un secondo dal compagno di squadra (1’32”805). In mezzo tra i due ducatisti, i soliti noti: Jorge Lorenzo in 1’31”939, Dani Pedrosa 1’31”944 e Valentino Rossi in 1’32”528. Da sottolineare, che i piloti Yamaha hanno chiuso i test con mezza giornata di anticipo, ritenendo sufficiente il lavoro svolto fino a martedì sera. 

Fino ad oggi i risultati di Spies in MotoGP sono stati oltre le aspettative

Sia Lorenzo sia Rossi hanno provato una nuova ciclistica, evoluzione di quella già vista in estate nei test di Brno, che dovrebbe aumentare la trazione della gomma posteriore. Obiettivo raggiunto, stando alle dichiarazioni di Valentino, che si è detto abbastanza soddisfatto dei progressi fatti. Per il nuovo motore, invece, bisognerà aspettare febbraio, quando a Sepang la Yamaha farà debuttare il rinnovato quattro cilindri in linea.

Rimanendo in Casa Yamaha, Ben Spies si è confermato pilota di ottime qualità, chiudendo al quarto posto assoluto i suoi due giorni di prove con il tempo di 1’32”942. Poi, il campione del mondo della SBK è stato superato mercoledì da altri rivali, chiudendo complessivamente all'ottavo posto, ma è chiaro che con un giorno in più a disposizione, anche lui avrebbe abbassato notevolmente il suo limite. Fino a oggi, i risultati di Spies sono stati oltre le aspettative, perlomeno le mie: speriamo che il texano continui così, perché la MotoGP ha assolutamente bisogno di un altro pilota di altissimo livello. 
 

Simoncelli l'ha presta con calma, prendendo le misure alla nuova moto

Molto lavoro in Casa Honda, dove Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso hanno provato parecchio materiale nuovo, tra cui un telaio e una ciclistica completamente ridisegnati. Tanti i problemi da risolvere, in particolare l'ingresso curva. Buoni i riscontri ottenuti e anche Dovi, alla fine è sembrato finalmente un po' più sorridente: ha chiuso sesto con il tempo di 1’32”825, nove decimi più lento dell’ottimo 1’31”944 di Pedrosa che, a mio modo di vedere, è uno dei piloti più sottovalutati della MotoGP.

Tra i debuttanti, mi aspettavo un po' di più da Marco Simoncelli, 14esimo (su 16) in 1’33”856. Ma Marco, giustamente, l'ha presa con calma, cercando di prendere le misure a una moto che, per dirla con le sue parole, “è molto simile nella ciclistica alla 250, ma completamente differente nel motore, davvero difficile da capire”. Meglio è andato Marco Melandri, settimo assoluto in 1’32”936: tornato nel team Gresini, Marco cerca il rilancio dopo una stagione difficile, ma non avara di soddisfazioni, nonostante una Kawasaki-Hayate mai sviluppata durante l'anno. Adesso tutti in vacanza: la MotoGP tornerà in pista ai primi di febbraio in Malesia.

Giovanni Zamagni