Test MotoGP. I verdetti di Valencia

Test MotoGP. I verdetti di Valencia
Giovanni Zamagni
Cosa hanno detto i tre giorni che hanno aperto ufficialmente la stagione 2014? Ecco l’analisi di quanto successo in Spagna. La MotoGP tornerà in pista a febbraio, in Malesia | G. Zamagni
13 novembre 2013

 

E’ sempre difficile valutare i test, ma dopo i tre giorni di Valencia, che hanno dato il via ufficiale alla stagione 2014, è giusto fare qualche considerazione.


MARQUEZ: PER NULLA APPAGATO

La prima posizione ottenuta da Marc Marquez è tutt’altro che banale e scontata, perché dopo aver conquistato un titolo della MotoGP, a soli 20 anni e 266 giorni, puoi anche sentirti appagato, non avere tutta questa voglia di salire in moto e spingere al massimo, come se niente fosse. Ma il bambino prodigio si diverte a fare quello che fa e, soprattutto, ha una voglia continua di imparare, di migliorare, di crescere e far diventare ancora più competitiva una Honda con pochissimi difetti e tantissimi pregi. Ottenuto – giustamente – il lunedì libero, da martedì Marc si è rimesso a lavorare a testa bassa, come se nulla fosse successo appena 48 ore prima: Marquez è un campione anche in questo.


HONDA: PIU’ AVANTI PER IL 2014

Per quanto si è visto a Valencia, il primo prototipo della RCV2014 sembra più avanti del primo prototipo della M1. In Yamaha hanno cercato soprattutto di migliorare la stabilità in frenata e il consumo di benzina, punto cruciale per il 2014, quando il serbatoio passerà da 21 a 20 litri. «Piccoli passi in avanti, per febbraio, però, mi aspetto grandi cambiamenti» ha sottolineato Jorge Lorenzo, che chiede alla Yamaha uno sforzo superiore a quello fatto fino adesso. Anche perché al box Honda si sono già viste due evoluzioni della RC123V per il prossimo anno: una identica a quella già a provata a Misano e una modificata in più parametri, tra cui, in maniera evidente, nella “bocca” dell’air box e considerata da Marquez migliorativa della precedente. «L’obiettivo è ottimizzare il comportamento della moto a centro curva» ha sottolineato Shuehi Nakamoto, che ha anche fatto sapere, chiaramente, di «non essere minimamente interessato a una categoria dove non si possano sviluppare i congegni elettronici» e di «essere assolutamente contrario a un eventuale limite di peso pilota+moto» come avviene in Moto2 e Moto3. Dichiarazioni “pesanti” per il futuro della MotoGP.


ROSSI: NUOVI AVVERSARI

Dopo un primo giorno positivo, Valentino Rossi ha chiuso i test senza entusiasmare, con tante difficoltà di messa a punto. Siamo solo all’inizio del rapporto con il capo tecnico Silvano Galbusera ed è naturale che ci voglia un minimo di adattamento, ma i risultati di alcuni avversari devono preoccupare il campione di Tavullia. Al di là di Bradley Smith, che ha chiuso il terzo giorno con un sorprendente secondo tempo («non me lo aspettavo nemmeno io» ha commentato il pilota del team Tech3), ma realisticamente, perlomeno al momento, difficilmente in grado di stare davanti, i due fratelli Espargaro – Pol con la Yamaha che fu di Crutchlow, Aleix con la “Open”, quindi con software Magneti Marelli, ma 24 litri di benzina, 12 motori e la gomma extra morbida – potrebbero, in qualche occasione, diventare pericolosi. Per il 2014, l’obiettivo di Rossi è stare con “quei tre là”, ma Valencia ha confermato che sarà tutt’altro che facile.


DUCATI: TUTTA DA RIFARE

Il debutto di Cal Crutchlow sulla Ducati ha confermato quanto si sapeva da tempo: la Desmosedici deve essere rifatta completamente. Se ne saranno persuasi – finalmente – anche i vertici della piramide della Casa di Borgo Panigale, chi era ancora convinto che la colpa fosse soprattutto – per non dire esclusivamente – dei piloti e che con Crutchlow sarebbe subito stato fatto un netto passo in avanti. Non è così. «Abbiamo provato a rivoltare la moto come un calzino, ma non abbiamo ottenuto alcun miglioramento; anzi, la GP13 è perfino peggiorata» ha commentato con la solita ironia Cal, che ha evidenziato gli stessi problemi già denunciati da Rossi, Hayden e Dovizioso. «Ci vogliono più di sei mesi per costruire da zero una nuova moto e un paio d’anni per tornare ai vertici» ha detto il neo direttore generale Gigi Dall’Igna, che ha messo in mostra idee chiare e personalità. Ma il futuro prossimo si annuncia ancora una volta piuttosto difficile.