Energica e Coronavirus: dalla fabbrica al paddock

Energica e Coronavirus: dalla fabbrica al paddock
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Già in zona rossa da diversi giorni, la Factory modenese ci racconta l'emergenza fra Smart Working, necessità della produzione e il paddock dei test di Jerez
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
10 marzo 2020

La vita in un'Italia blindata nelle varie zone rosse e arancioni è un'esperienza sicuramente nuova. Adattarsi non è semplice per le persone, per le quali il semplice obbligo di limitare al massimo le uscite complica sicuramente la vita. Figuriamoci per un'azienda che produce, che deve conciliare la sicurezza dei suoi dipendenti con la necessità di continuare a costruire e consegnare i propri prodotti.

Fra le prime aree ad essere state isolate c'è la provincia di Modena, dove Energica produce le sue moto stradali e la Ego Corsa, la moto con cui si disputa il Mondiale MotoE. Abbiamo quindi pensato di sentire subito i suoi vertici per capire un po' meglio come l'azienda reagisca ad un'anomalia senza precedenti nel panorama italiano.

Cosa è cambiato da... tre giorni a questa parte?

"Un po' tutto, da quando siamo entrati in zona rossa è tutto più complicato" spiega la CEO Livia Cevolini, "anche se potendosi muovere per scopi di lavoro non abbiamo grossi problemi. Diciamo che abbiamo attivato immediatamente lo smart working per tutte le figure per cui questo era possibile, perché anche prendendo tutte le precauzioni possibili - disinfettiamo più volte tavoli, maniglie, insomma tutto quello su cui si posano le mani - ci sono spazi comuni nell'azienda in cui è impossibile limitare più di tanto la vicinanza."

"Di fatto, praticamente tutte le figure non legate alla produzione lavorano da casa, per gli altri è stato impossibile. Però già solo il fatto di ridurre in generale il personale in azienda aumenta le distanze fra una persona e l'altra e ci semplifica e rende più sicura la vita: ci incontriamo di meno, e siamo tutti più sicuri."

E con i fornitori? C'è stato qualche rallentamento?

"Fino ad ora di fatto niente di rilevante, anche se qualcuno ci ha avvertito, con grande correttezza, che a breve ci potrebbe essere qualche rallentamento. Ma la cosa non dovrebbe penalizzarci più di tanto perché siamo comunque riusciti a trovare alternative in grado di compensare."

"Piuttosto, è diventato un po' più complicato lavorare con qualche partner con cui progettiamo e sviluppiamo insieme alcune componenti. Consegniamo le moto fuori dal cancello, con manopole disinfettate accuratamente, e si fa tutto il possibile a distanza, in teleconferenza, lavorando su rendering invece che su maquette o prototipi. E poi il training della rete vendita la facciamo online, da remoto. Insomma, meno male che siamo nel 2020: qualche anno fa sarebbe stato tutto decisamente più complicato..."

Bisogna conciliare quindi la necessità di non fermarsi con la sicurezza di tutti. Com'è la situazione del mercato?

"Sta andando benissimo, ed è uno dei motivi principali per cui non possiamo assolutamente permetterci di fermarci. Poi certo, prevedere il futuro è impossibile, ma abbiamo tanti ordini e tante moto da consegnare. Per certi versi, se ci passate il cinismo, per noi è una fortuna che il problema sia concentrato in Italia perché la nostra produzione va in gran parte all'estero, dove al momento il sentimento è diverso. Adesso si tratta solo di capire se il problema resterà italiano o se ci sarà diffusione anche fuori..."

 

 

E chi va fuori? I collaudatori, chi fa sviluppo? Noi appassionati, anche se professionisti, possiamo scegliere di non usarla finché la situazione non si normalizza, ma c'è chi invece deve continuare a uscire, con tutti i rischi di cui ha parlato Nico. E quindi deve guidare con gli occhi anche dietro la testa e la massima prudenza...

"Purtroppo non c'è alternativa, come dicevamo sopra il lavoro non si può fermare. I nostri ragazzi hanno la direttiva di non avere contatti con nessuno, non fermarsi per praticamente nessun motivo, e di usare sempre la massima cautela, ma quello sempre. Se non altro non abbiamo il problema del benzinaio..."

 

La Ego Corsa di Matteo Casadei pronta per i test di Jerez
La Ego Corsa di Matteo Casadei pronta per i test di Jerez

 

Energica però non significa solo moto di serie, come dicevamo in apertura, ma anche MotoE. La categoria proprio oggi affronta a Jerez la prima giornata di test del 2020, portando al debutto tra l'altro diverse novità di cui vi parliamo in un articolo separato. Ne approfittiamo per capire un po' con il CTO Giampiero Testoni come si viva questa situazione tutta nuova. E quale sia l'umore generale, pensando alle potenziali conseguenze sul campionato e relativo calendario.

"Quando siamo a Jerez non siamo mai molto tranquilli" scherza Giampiero, facendo riferimento al terribile incendio dell'anno scorso, a cui Energica ha però reagito in tempi record. "Ma a parte le battute, Dorna si è già organizzata per usare la massima cautela in tutto, anche se devo dire che in Spagna al momento la percezione del pericolo è molto bassa - diciamo come da noi fino a qualche settimana fa. Poi si tratta di test, quindi la presenza di Dorna è davvero molto ridotta: le precauzioni più scrupolose si vedono dal personale Energica e da quello ENEL. Dovranno adeguarsi anche loro, comunque..."

Ma è pensabile la vita del paddock in questo tipo di situazione?

"Credo proprio di sì. Di fatto i team sono come famiglie: lavorano insieme ma vivono anche insieme, dormono e mangiano negli stessi ambienti, quindi di fatto vanno considerati come nuclei familiari. E come fanno le famiglie qui, cercheranno di restare isolati fra loro, limitando i contatti. Certo, serve responsabilità come in tutti gli altri ambiti. Cosa succederà al campionato è difficile da dire, Dorna sta lavorando al massimo per fare in modo di farlo correre il più possibile regolarmente - magari da qualche parte si finirà per dover correre a porte chiuse, ma credo che ce la faremo."

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