Al "Tour delle 4 Regioni" con la Suzuki V-Strom 1050XT

Arriva una e-mail in redazione che sa di sfida: 180 km tra asfalto e off road alla scoperta delle valli e dei percorsi panoramici intorno al passo del Giovà, valico dell’Appennino ligure dove si incrociano i confini di 4 regioni. Partiamo
12 agosto 2020

Dopo la presentazione della nuova Suzuki V-Strom 1050 XT fatta da Andrea Perfetti in Spagna, siamo tornati a guidare la maxi enduro alla scuola di fuoristrada con il nostro Francesco Paolillo.
Dopodiche Suzuki Italia ha organizzato l'adventuring delle 4 regioni. Tour tra asfalto e Off Road che sarà presto disponibile anche per gli appassionati e non per forza possessori di Suzuki.

Arriva una e-mail in redazione che sa di sfida: 180 km tra asfalto e off road alla scoperta delle valli e dei percorsi panoramici intorno al passo del Giovà, valico dell’Appennino ligure dove si incrociano i confini di quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria) per testare le capacità e la versatilità della V-Strom 1050 XT.

A equipaggiare la maxi di casa Suzuki saranno le Anlas Capra R, pneumatici pensati per un utilizzo misto strada e off-road.

Si parte dal bellissimo Agriturismo La Dogana presso il Castello di Luzzano a Rovescala (PC), sede anche della Suzuki Academy che ha messo insieme il percorso.

È un continuo alternarsi tra asfalto e sterrato. Si attraversano paesini caratteristici, vigneti pregiati, boschi secolari. Arriviamo al giro di boa, il monte Lesima. Questo promontorio si trova al confine tra le province di Piacenza e Pavia ed è una delle vette più alte dell'Appennino ligure, infatti misura 1.724 m.
Nella seconda parte del tour tocchiamo il passo del Brallo(PV), il passo del Penice(PC) e Zavattarello(PV) passando all'interno della riserva naturale Monte Alpe. Torniamo alla base a Rovescala, stanchi impolverati ma molto felici, percorrendo le bellissime curve attorno al lago di Trebecco (PC).

In tutto questo come si è comportata la V-Strom 1050 XT? Il peso, che potrebbe intimidire soprattutto in off road, è neutralizzato da un bilanciamento e una maneggevolezza fuori dal comune.
La moto è versatile e si destreggia senza difficoltà in tutte le situazioni che si sono presentate.

Posizione in sella azzeccatissima, sia da seduti, che quando si guida in piedi. Triangolatura ottima, resa possibile grazie a una sella molto stretta tra le gambe, pedane posizionate correttamente e manubrio all'altezza giusta.
L'anteriore, equipaggiato con forcella Kayaba da 43mm completamente regolabile e cerchio da 19", si è rivelato preciso, comunicativo e stabile sia su asfalto che in fuoristrada riuscendo a trasmettere molta sicurezza. A completare la ciclistica abbiamo il telaio a doppia trave in lega leggera d'alluminio e il monoammortizzatore posteriore KYB regolabile.

Il motore ha un'ottima schiena, su sterrato basta un filo di gas per farlo arrampicare ovunque. Su asfalto il bicilindrico spicca per elasticità e linearità, i 107 cv e 100mn di coppia sono più che sufficienti per divertirsi anche nel misto stretto.
Il comparto elettronico, che su questa V-Strom è di tutto rispetto, e poco invasivo. Ho provato a far intervenire l'ABS in offroad, che non è escludibile ma regolabile su due livelli, e bisogna proprio andare a pinzare per azionarlo, altrimenti non interferisce con la guida.

Una chicca è il sistema Hill Hold Control System. La piattaforma inerziale percepisce una pendenza, quindi bastano un paio di pompate sul freno anteriore e la moto rimane frenata automaticamente finché non ripartiamo.

Dopo 180 chilometri su ogni tipo di terreno la moto è risultata estremamente confortevole, gambe, braccia e schiena ringraziano!

Con questo adventuring delle quattro regioni, organizzato con l'ausilio di Nicola Poggio, responsabile della Suzuki Academy e organizzatore anche della Hardalpitour, la moto ha dimostrato di essere pronta a tutto.

La bicilindrica non è solo una tourer di tutto rispetto, ma riesce ad affrontare qualsiasi superficie senza indecisioni, anzi aiutando anche i meno esperti a uscire da situazioni non troppo semplici.

Enrico De Conti

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