Dunlop Mutant: una crossover per tutte

Dunlop Mutant: una crossover per tutte
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Una gomma dalla versatilità quasi incredibile. Naked, crossover, grosse enduro, tutte trovano una soluzione con l'ultima ibrida Dunlop
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
6 aprile 2020

Ci sono moto per le quali non si trova altra classificazione se non quella di ibrido. O crossover, se preferite un termine dal sapore più anglosassone, ma la sostanza non cambia. Si tratta di mezzi che prendono il meglio da più segmenti, nel tentativo di mantenere i pregi e limitare i difetti delle basi di partenza. È quello che si fa nell'allevamento di animali o in agricoltura. Ed è quello che hanno fatto i costruttori di moto da quasi trent'anni, prima in punta di piedi e poi, ultimamente, a passo serrato.

Una tendenza osservata con attenzione da Dunlop. Nel 1990 nasce la Gilera Nordwest - noi anticiperemmo con la Yamaha TDR nel 1989, ma quella era una bestia molto particolare - seguita nel 1991 dalla Yamaha TDM. E poi la KTM Duke del 1994, la prima Ducati Multistrada concept al volgere del millennio. E poi Kawasaki Versys, KTM SM-T, Ducati Multistrada 1200, Yamaha Tracer, BMW S1000 e F900XR - insomma, il resto è storia recente. In Dunlop devono essersi semplicemente chiesti perché mai moto del genere, che mescolano geni provenienti da naked, sportive, adventure e motard, dovessero accontentarsi di una gomma nata e pensata solo per una di queste destinazioni d'uso.

Un'osservazione già fatta nel 2006, quando il risultato fu la nascita dello Sportmax Mutant. E ripetuta quest'anno, con la nascita del nuovo Mutant - solo Mutant, stavolta - per garantire versatilità su ogni percorso e in ogni stagione a un numero sempre crescente di moto. Ripetendo l'esercizio già compiuto con la Trailmax Meridian, nella top 20 delle vendite italiane troviamo dodici modelli (avete letto bene) su cui il Mutant calza a pennello. Modelli costituiti dalle nuove Crossover, ma perché no, anche naked e adventure, finanche quelle con l'anteriore da 19 pollici

 

L'idea è quella di creare una gomma che offra una gran dinamica in ogni condizione - asciutto, bagnato, caldo o freddo - con un comportamento prevedibile e costante, e grandi doti di stabilità che dia fiducia al pilota in ogni tempo e stagione, con ogni tipo di carico della moto e (appunto) su tipi di moto potenzialmente molto diversi, dalle Adventure alle Sport-touring passando per tutto quello che ci sta in mezzo.

Un obiettivo piuttosto ambizioso, ottenuto - dice Dunlop - con una gomma che si stacca abbastanza nettamente della precedente Sportmax Mutant (del resto sono passati quasi quindici anni) pur mantenendo la caratterizzazione estetica da supermoto. E se dobbiamo dirlo, Dunlop vince già da qui, perché le nuove Mutant sono davvero belle e aggressive. Una nota: Mutant ha ottenuto la classificazione M+S, ma non va intesa come gomma da neve; semplicemente, la certificazione mud+snow ne indicano la validità anche in condizioni meteo molto impegnative.

Il risultato è stato ottenuto utilizzando le ormai consuete tecnologie proprietarie Dunlop JLB (Jointless belt, ovvero la cintura a spirale in acciaio) e CTCS, ovvero il controllo di tensione della carcassa, ma anche la scelta di materiali, strati, composti selezionati per prestazioni all-season, da cui appunto l'indicazione 4ST.

La mescola vanta un'elevata percentuale di silice, e sul posteriore abbiamo una struttura bimescola con una zona più dura al centro che si "infiltra" sotto le spalle per migliorare rigidità e tempi di riscaldamento. Il tutto definisce una gomma più sportiva e svelta rispetto alla Meridian - per restare su una pari generazione - ma altrettanto versatile e capace di avventurarsi, se proprio non nel fuoristrada vero, almeno nello sconnesso con ottime prestazioni.

 

Le misure disponibili per Dunlop Mutant
Le misure disponibili per Dunlop Mutant

 

Da notare come la nuova Mutant sia teoricamente abbinabile alla Sportmax Mutant, che rimane comunque in produzione per equipaggiare modelli più leggeri - tipicamente monocilindrici - e meno "stressanti" per le coperture.

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