Gianni Perrone, uno straordinario motociclista

Gianni Perrone, uno straordinario motociclista
Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
Il ricordo di un uomo straordinario, pilota e grande appassionato
  • Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
20 ottobre 2020

Per una volta non parlerò di moto e di tecnica. Ci sono voluti alcuni giorni per metabolizzare la notizia, ma ora spero di essere in grado di scrivere qualcosa per ricordare un caro amico scomparso lo scorso 6 ottobre.

Gianni Perrone è stato a lungo una figura di riferimento per gli appassionati e i collezionisti di moto storiche. La sua cultura motociclistica era impressionante. Bastava fargli vedere una vecchia foto in bianco e nero e subito ti diceva chi era il pilota, su che moto, in quale circuito e in che anno! Da non crederci…

Animato da una passione straordinaria, alle due ruote ha dedicato la vita, per lunghi anni come pilota e poi come autentica enciclopedia vivente. In quanto a numero di fratture in carriera se la giocava per il primato con Loris Reggiani e Italo Forni. In certi periodi erano più le volte che lo si vedeva con il gesso piuttosto che senza.

Gianni Perrone ha corso molto anche in salita. Qui lo vediamo in sella alla Norton Manx alla Colleferro-Segni del 1958.  Nella foto  in alto è in sella alla sua fida Matchless G50 in una manifestazione storica degli anni Novanta. Con questo stesso esemplare aveva corso a lungo e dopo tanto tempo è riuscito a ritrovarlo (e ad acquistarlo) presso un noto ex-pilota di Cesena
Gianni Perrone ha corso molto anche in salita. Qui lo vediamo in sella alla Norton Manx alla Colleferro-Segni del 1958. Nella foto in alto è in sella alla sua fida Matchless G50 in una manifestazione storica degli anni Novanta. Con questo stesso esemplare aveva corso a lungo e dopo tanto tempo è riuscito a ritrovarlo (e ad acquistarlo) presso un noto ex-pilota di Cesena

Del mondo motociclistico conosceva tutto e tutti. Stavi cercando una moto rara? Te la trovava magari in Svezia o in Nuova Zelanda (era amico dei Coleman).
Intere collezioni sono state messe insieme grazie a lui. Ed era attivo anche all’estero (per dirne una, ha perfino collaborato col museo Honda). Negli anni Ottanta è partito per il Cile da dove è tornato con una Morini Rebello (quella che a suo tempo la Casa bolognese aveva fornito a Umberto Masetti) e una cassa di ricambi.

Era un grande amico di John Surtees (che ho conosciuto grazie a lui), con il quale aveva un fitto scambio di moto storiche da corsa. Memorabili sono rimaste alcune trattative, degne di Zelig, con esperti collezionisti.

Spesso non si parlava di soldi, ma di scambi tra esemplari di cui ognuno faceva la sua valutazione (contestata dall’altro).
Il più delle volte, al termine dei tira e molla di questo genere, entrambi gli appassionati sono convinti di aver fatto l’affare, ma la cosa finisce più o meno in parità.
Non nel suo caso, però, perché in queste trattative era davvero imbattibile. In proposito qualcuno mi disse, a ragione, che Gianni aveva una marcia in più.

Ha corso tanto nelle gare seniores italiane con diverse “puntate” all’estero, utilizzando moto di molti tipi diversi, dalla Rumi 125 alla Norton Manx, alle giapponesi a due tempi degli anni Settanta come la Kawasaki H1R, la Yamaha TZ 750 e la Suzuki RG Gamma.
La sua preferita, con cui ha gareggiato più a lungo e ha ottenuto i migliori risultati, è stata la Matchless G50. Tra i suoi successi, oltre a numerose gare in salita laziali, vanno ricordate due vittorie nel GP di Grecia, che si correva sul circuito di Corfù.

Ogni viaggio con lui era un’avventura, e non solo perché si spostava spesso su veicoli che definire “conciati” è un eufemismo.

A partire dagli anni Ottanta ha iniziato l’attività giornalistica, che è culminata con la direzione di una nota rivista mensile di moto storiche. Penna brillante, usava un linguaggio pittoresco con abbondanza di immagini vivide (“per pilotare quella moto ci volevano braccia da ciclope”) e con tanti aneddoti che solo lui conosceva.
Nel 2016 ha scritto il libro “Benelli e Motobi, due storie in moto”; aveva però un debole per la Mondial.

Le sue grandi passioni, oltre alle moto, erano i cani e la musica.

A Varano nel 2016 in occasione della manifestazione dell’ASI. Dietro di lui un altro amico dai fulgidi trascorsi, Augusto Brettoni, vincitore tra l’altro della 24 ore di Barcellona in sella alla Laverda 750
A Varano nel 2016 in occasione della manifestazione dell’ASI. Dietro di lui un altro amico dai fulgidi trascorsi, Augusto Brettoni, vincitore tra l’altro della 24 ore di Barcellona in sella alla Laverda 750