Le Harley-Davidson potrebbero costare di più: nuovi dazi dalla UE

Le Harley-Davidson potrebbero costare di più: nuovi dazi dalla UE
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Dal primo giugno le moto Harley-Davidson che arriveranno in Europa vedranno infatti le tasse di importazione salire dal 25 al 56%. E l'assemblaggio extra USA non varrà più come dazio ridotto al 6%. La casa americana risponde
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
21 aprile 2021

La ormai storica guerra dei dazi doganali fra USA ed Europa rischia di mettere nuovamente nei guai la vendita delle moto Harley-Davidson nei paesi dell'Unione Europea.

Due tegole in sequenza sull'export delle moto di Milwaukee e su quelle statunitensi in genere.

Una notifica del Ministero dell'Economia belga, su richiesta della UE, ha informato che dal 19 aprile scorso Harley-Davidson non beneficerà più delle credenziali BOI (Binding Origin Information, informazioni soggette all'origine delle merci) che normalmente hanno durata triennale e che consentivano di pagare il 6% di dazi doganali per le moto prodotte al di fuori degli Stati Uniti.

La casa americana si era infatti organizzata, dopo le guerra dei dazi Trump-UE innescata nel 2017, delocalizzando l'assemblaggio e parte della produzione in un nuovo stabilimento Thailandia, sia per essere competitiva in quell'area asiatica e sia per aggirare i dazi europei.

La seconda tegola è un innalzamento dei dazi doganali al 56% a partire dal 1 giugno di quest'anno.

Per contro l'importazione di moto europee negli USA costruite come OEM, ovvero realizzate/assemblate in parte da altri, hanno dazi dell'1,2% sotto agli 800 cc e del 2,4% per quelle di cilindrata superiore.

Lo scontro fra USA ed Europa in materia di dazi che hanno coinvolto Harley-Davidson, dicevamo, non è nuovo. Già nel 2003 la scure rischiò di colpire la marca americana dopo che l’allora presidente USA George W. Bush chiese l’applicazione di dazi ulteriori per l’acciaio importato: la UE minacciò di tassare in risposta una serie di prodotti americani.

Nel 2009, anche quella volta la proposta non si concretizzò, l'aumento tariffario nasceva come ripicca allo stop di importazione nell’Unione Europea di carni americane, accusate di avere un tasso di ormoni superiore ai limiti previsti dalle norme europee.

Nel 2017 al questione si riaprì dopo che, all'inizio del mandato del presidente Donald Trump, il dipartimento del commercio internazionale delle materi prime degli USA - che si occupa anche della politica degli investimenti diretti e della supervisione negoziale con altri Paesi - stilò un elenco di merci europee passibili di dazi doganali del 100%. Fra questi c’erano anche i motocicli fra i 50 e i 500 cc, ma anche in quel caso la cosa non andò avanti.

Sempre nel 2017 Trump se la prese con i costruttori automobilistici, e non solo quelli, di tassare pesantemente chi avrebbe continuato a produrre all’estero (ad esempio in Messico) per poi vendere negli USA.

Ma nel 2018 fu in seguito alle nuove minacce di dazi americani sull’acciaio (25%) e l’alluminio (10%) importati negli Stati Uniti da Canada, Messico, Cina ed Europa che l’Unione Europea preparò delle contromisure sui prodotti americani, fra i quali c’erano anche le moto Harley-Davidson.

Tanto che oltre i 500 cc le tariffe di importazione salirono dal 10 al 25% e successivamente al 31% in totale.
Una parte di questo aumento venne assorbito direttamente da Harley-Davidson per non penalizzare eccessivamente i prezzi finali e andò a bilancio come perdita.

L'Europa valeva in quel periodo il 15% delle vendite totali di Harley-Davidson.
Nel 2020 c'è stata una contrazione nelle vendite europee, superiore all'andamento del mercato, e nel primo trimestre di quest'anno l'area EMEA (il grosso è rappresentato dall'Europa) ha visto un -36% a fronte di un aumento globale delle vendite H-D del 9%.

Insomma dopo difficoltà di ogni genere, pandemia in primo luogo, la marca americana si trova a fronteggiare un futuro molto complicato in Europa visto che da giugno i dazi aumenteranno di oltre il 50% raggiungendo appunto il 56%.

La società è pronta a impugnare legalmente il provvedimento europeo e il suo numero uno Jochen Zeitz ha osservato come: “Questa situazione è senza precedenti e sottolinea il danno dell'escalation di una guerra commerciale su entrambi i lati dell'Atlantico. L'impatto potenziale di questa decisione sulla nostra produzione, le attività e la capacità competitiva in Europa è significativo. L'imposizione di una tariffa di importazione del genere su tutte le Harley-Davidson va contro le regole di libero scambio e, se implementate, queste tariffe rappresenteranno uno svantaggio competitivo dei nostri prodotti rispetto a quelli dei nostri concorrenti europei”.