Moto.it Talk - Paolo Magri, Presidente Ancma: "Eicma 2020 è in piedi, ci stiamo lavorando"

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Il presidente di ANCMA ed EICMA, in questa intervista esclusiva con la redazione di Moto.it, fa il punto sulla difficile situazione attuale e sulla prossima ripresa delle attività. Le due ruote da incentivare, la scadenza dell’Euro 4 da rimandare di un anno E l’evento di novembre resta un tema aperto
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29 aprile 2020

EICMA è in piedi, ci stiamo lavorando e naturalmente la situazione è fluida: come sarà a novembre? Potremo concentrare tante persone? I dubbi oggi ci sono e ci sono le difficoltà, abbiamo avuto due immediate defezioni che ci hanno dato fastidio, ma l’adesione degli operatori è importante. Tra un mese avremo le idee più chiare”.

Intermot è in calendario un mese prima di Eicma e sulla carta è ancora aperta. Il governo tedesco ha cancellato l’Okctoberfest, che è nello stesso periodo, dunque è probabile che salterà anche il salone di Colonia. Ma noi andiamo avanti, e se le vendite delle moto ripartiranno ripartirà anche la fiducia delle case”.

“Soluzioni alternative? Fiera Milano, con cui lavoriamo a manetta, per dirla da motociclisti, ci mette a disposizione la tracciabilità dei visitatori. E pensiamo a percorsi predeterminati, per evitare affollamenti anche con l’aiuto del tracciamento”.

Due ruote, il jolly della mobilità

Il Presidente di Confindustria ANCMA Paolo Magri, 66anni e bergamasco, intervistato dai giornalisti di Moto.it Batini, Cereghini, Gissi e Perfetti assicura che la nostra associazione di categoria ha buoni rapporti con le istituzioni. Si rende conto che l’intera economia del Paese è ferma, non soltanto quella delle due ruote; ma la riapertura delle filiera delle due ruote, moto e bici, è al centro della ripresa generale perché rappresenta anche il cuore della mobilità.

“La mobilità è il prerequisito della fase 2, i mezzi pubblici avranno una capacità di trasporto inferiore di almeno il 50%, le auto intaseranno presto le città: le due ruote saranno il vero jolly delle amministrazioni. La moto e gli scooter per spostamenti intorno ai 100 km, la bici a pedalata assistita per venti o trenta km, poi le bici muscolari. Stiamo lavorando per ottenere facilitazioni intorno all’uso delle corsie preferenziali, al potenziamento dei parcheggi, all’accesso delle 125 in tangenziale”.

L’Euro 4 è una bomba che può scoppiare sul nostro settore. ANCMA lavora sui quel tema e sugli incentivi.

Dall'euro4 allo sport

“Da marzo il mercato è fermo, e per riprendere servono incentivi. Stiamo spingendo in particolare sul tema dell’Euro 4, che a fine anno cesserà il suo periodo di vita. La situazione è esplosiva: nella rete ci sono circa centomila moto Euro 4 invendute, e assolutamente da vendere prima della scadenza di omologazione. Con l’ACEM, l’associazione dei costruttori europei di motociclette: abbiamo chiesto due cose alla Commissione Europea: ritardare di un anno l’omologazione (quindi alla fine del 2021) e poi poter produrre le Euro 4 fino a metà 2020. Credo che la prima richiesta abbia le più alte possibilità di essere accolta”.

Paolo Magri è stato un ottimo regolarista ed è tuttora un assiduo praticante; condivide l’idea che lo sport sarà trainante e deve assolutamente ripartire.

“Persino il tanto vituperato calcio è indispensabile che riparta, naturalmente con tutte le attenzioni, per far vedere che il mondo va avanti”.

Il nodo della rete

Il presidente di ANCMA ed EICMA ha espresso la sua preoccupazione per i dealer, i concessionari, che sono l’anello debole da proteggere da parte delle case e delle istituzioni. Anche i negozi di vendita delle biciclette devono ripartire al più presto. Oggi è difficile capire se dal 4 maggio le concessionarie moto potranno riaprire davvero, il decreto è ambiguo, ma arriveranno chiarimenti e circolari esplicative.

E alla fine della intervista si parla di passione.

“Non abbiamo avuto vita facile - analizza Magri - prima la tempesta legale e poi, appena ne siamo usciti, a febbraio la tempesta del Covid. I nostri programmi sono stati completamente sconvolti, ma posso garantire che la passione è grande anche tra gli imprenditori e questo anno difficile ha compattato il settore. Dobbiamo fare sistema, questa è storicamente una lacuna dell’industria italiana ma può diventare il denominatore comune”.