Nico Cereghini: “Motociclisti cattivi, tutti gli altri buoni”

Nico Cereghini: “Motociclisti cattivi, tutti gli altri buoni”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Troppi tra noi motociclisti vanno forte, fanno rumore, non rispettano le regole. Ma siamo l’unica categoria da colpire con divieti e provvedimenti ad hoc? Ubriachi e telefonisti al volante, ciclisti temerari, camperisti in mezzo alla strada: nessuno li vede?
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
8 giugno 2020

Ciao a tutti! In Austria, il Tirolo stopperà fin dai prossimi giorni le moto più rumorose su alcune strade di montagna; ora la provincia di Trento vuole imporre alle moto velocità più basse di quelle richieste alle auto, almeno su alcune strade e in determinati punti considerati pericolosi. Cosa succede? Stiamo diventando sgraditi? Dobbiamo sentirci offesi? Chiaro, non è un bel momento per noi motociclisti. Tartassati e penalizzati da sempre, siamo stati fermi per il lockdown più a lungo di altre categorie, siamo finiti sui giornali nei primi due fine settimana di libertà relativa per una serie di bruttissimi incidenti, evidentemente siamo considerati indisciplinati, troppo veloci e pure troppo rumorosi. E noi non ci nascondiamo, da tempo siamo i primi a denunciare le nostre cattive abitudini prima ancora di guardare alle altre categorie; lo faccio personalmente in tutti i modi, lo sento come una precisa responsabilità, ma qui si esagera.

Torniamo al Trentino. Il presidente della provincia autonoma, Maurizio Fugatti, dice che l’anno scorso, nel primo mese della stagione estiva, sulle loro strade già contavano una decina di incidenti motociclistici mortali. Giustamente preoccupati, intensificarono l’azione di controllo riuscendo a ridurre le conseguenze. Bene, oggi pensano di andare oltre, con i controlli e con i limiti di velocità mirati, sperando di dissuadere coloro che amano correre prima di dover contare troppi incidenti. Io credo alla buona fede del presidente, credo che le sue intenzioni siano meritevoli. Ma lo strumento non va.

E’ la stessa critica che muovevo alla provincia autonoma di Bolzano qualche anno fa, quando mi spiegarono che la campagna shock che tuttora portano avanti e che pareva mettere sotto accusa solo la nostra categoria – quella famosa “No Credit” con le immagini di una ragazza col casco in mano e amputata di una gamba, croci sull’asfalto eccetera - era stata voluta da un dirigente provinciale grande appassionato di moto, seriamente preoccupato per i motociclisti spesso portati a correre e a rischiare su quelle strade. Dissi: ok, ma tutti gli altri? Quelli che vanno forte in auto, quelli che guidano ubriachi, quelli che maneggiano lo smartphone mentre guidano, i camperisti in mezzo alla strada, i ciclisti che vengono giù come pazzi fuori corsia? Non una parola, per tutti costoro? “Le vostre buone intenzioni saranno finalmente chiare – dissi in un incontro a Bolzano - quando vedrò almeno un manifesto che metta una di queste categorie di fronte alle sue precise responsabilità”. Visto niente, purtroppo.

Noi, in conclusione, abbiamo tutto l’interesse a guidare in un altro modo. Siamo i primi a rischiare e a pagarne le conseguenze. E’ l’appello che ho fatto tempo fa: dobbiamo ridurre la velocità, essere molto più prudenti e rispettosi delle regole, isolare e stigmatizzare chi esagera. Aggiungo che da sempre qui detestiamo chi svuota lo scarico della sua moto, rompe le scatole in città, ci fa odiare in montagna. 

Ma anche gli amministratori devono assolutamente cambiare passo: Trento e Bolzano avranno strade meglio tenute e più sicure di tante altre provincie, ma anche a loro chiediamo più campagne per la sicurezza stradale e il rispetto delle categorie deboli – che fino a prova contraria sono pedoni, ciclisti e pure i motociclisti - più controlli con l’etilometro, più rigore per stroncare il fenomeno dello smartphone al volante, più severità per chi circola con “qualsiasi mezzo” senza rispettare le regole.

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