Royal Enfield: una nuova direzione? [AGGIORNATO]

Royal Enfield: una nuova direzione? [AGGIORNATO]
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Le ultime notizie sulla Casa indiana lasciano intuire diverse priorità nello sviluppo. Cosa ci possiamo aspettare?
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
14 gennaio 2020

Royal Enfield sempre più al centro dell'attenzione. E' di qualche giorno fa la notizia dell'impegno della Casa indiana sul tema elettrico, mentre ora l'attenzione si sposta su una special (che vedete nella foto in apertura, NDR) a tema Tracker, realizzata dal centro stile britannico, responsabile peraltro anche del concept KX di cui vi abbiamo parlato l'anno scorso a EICMA.

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Basta tornare indietro di poco più di un anno per vedere una Royal Enfield pressoché irriconoscibile agli occhi di oggi. Un'azienda forte di un brand affascinante e di una solida rendita di posizione, legata al totale tradizionalismo delle monocilindriche di nascita inglese ma ormai a pieno titolo di cittadinanza indiana. Le Bullet, nate nel 1935 negli stabilimenti del Worcestershire, sono sostanzialmente immutate da quel 1955 in cui ha preso il via la produzione a Chennai, in India.

La stessa Himalayan 400, presentata a EICMA 2016 e protagonista della nostra successiva prova, è poco più di una variazione sul tema delle già citate Bullet. Un primo segnale fortissimo è però arrivato con l'ingaggio di Simon Warburton, ex Triumph, in veste di responsabile di un nuovo stabilimento costruito in Gran Bretagna. Stabilimento che ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della prima vera e propria piattaforma rivoluzionaria di Royal Enfield, ovvero le "big twin" Continental GT e Interceptor 650.

Due modelli di marcato sapore e livello prestazionale/tecnologico occidentali, che hanno richiesto un centro di sviluppo, un avamposto, se volete, in Europa. Soluzione che riflette una forte apertura verso l'occidente, in netta controtendenza rispetto a quella, tutta orientata verso i mercati orientali, della maggior parte delle altre Case.

E fa scalpore - non poco - la notizia di qualche giorno fa (siamo al 14 gennaio, data in cui l'articolo viene aggiornato) dell'eliminazione dal listino indiano di Bullet e Thunderbird 500, che conferma indirettamente (anche se in Europa i modelli restano a catalogo, in attesa di cosa possa succedere con il passaggio all'Euro-5) un'ottica decisamente nuova.

Difficile indovinare gli sviluppi successivi di Royal Enfield, ma se concept e special possono dare un indicazione, l'impressione è quella di modelli sempre più mirati all'estero: le cruiser come la KX sono il segmento più venduto al mondo (come dimostra il recente impegno di BMW con la sua R18) e le Tracker - visti gli exploit di Indian, Harley-Davidson ma anche Ducati Scrambler - sono un tema molto caldo nei mercati più sviluppati.

Modelli a contenuto tecnologico comunque relativamente semplice, che Royal Enfield potrebbe sviluppare senza snaturare troppo la propria immagine né sbilanciarsi verso segmenti in cui l'appeal del marchio sarebbe tutto da costruire. Insomma, non saremmo affatto stupiti nel veder concretizzare queste proposte in modelli di serie a breve, per capirci. Per naked e maxienduro... ecco, per quelle ci sarà ancora da aspettare.