The Reunion: Riders on the storm

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Piove, niente gara di accelerazione a The Reunion, prima tappa del Sultans of Sprint. La pioggia ferma i piloti nell’evento parte del campionato Sultans of Sprint, ma non il raduno di customizer e appassionati di cafe racers, scrambler e special
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21 maggio 2019

«Non hai paura di ammazzarti se fai un incidente?».

«No. Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera».

Qui non siamo sul lago salato americano del Bonneville Speedway, che rese celebre il pilota Burt Munro con la sua Indian: siamo al circuito di Monza, sul rettilineo all’uscita del catino, sul vecchio tracciato ovale.

Qui si parla di secondi, non di minuti di corsa. Quelli che sarebbero serviti per mangiare duecento metri d’asfalto scannando tre marce, uno contro uno nella gara delle gare italiane d’accelerazione. Sarebbero, perché durante il weekend di sprint race del The Reunion 2019, primo round del campionato europeo Sultans of Sprint, piove. Piove, sempre, per tre giorni. Acqua fine, ignorante, che non chiede nemmeno l’ombrello ma che basta per far tenere la moto sul cavalletto.

Sulla striscia di vecchie piastrelle che taglia il parco e porta alla pista, il pubblico arriva centellinato. Segue i rigurgiti degli scarichi aperti, motori che si accendono per brevi show acustici. Si ferma negli stand degli espositori e delle 13 Case mototociclistiche presenti. Spizzica le ultime novità come le nuove Yamaha XSR Yard Built, le Indian FTR 1200, l’elettrica Zero SR/F, le Speed Twin di Triumph, le Kawasaki W800, Svartpilen e Vitpilen 701 di Husqvarna, il Fantic Caballero 500 Flat Track.

 

Parla con i builder di fama internazionale come Abnormal Cycles, South Garage, Vibrazioni Art Design, Officine Sbrannetti, Moto Sumisura, Greaser Garage, Plan B Motorcycles, Luis Moto, Bottega Bastarda. O si gira a guardare Randy Mamola, in sella alla Indian preparata da Workhorse SpeedShop proprio per il Sultans of Sprint.

È un su e giù continuo, uno struscio da centro città intervallato dalla Hollywood della velocità con attori e comparse. Passa Batman, Bernard Mont, in sella alla Nitrous Ducati Sprint Racer; poi un ragazzo su una pitbike con una maschera da Scary Movie, gente che si sfoga con burger più unti del carter di una vecchia special, che succhia un churro al dulce de leche e rigoverna la bocca con una sangria. Quelli che appena vedono Amelie Mooseder, pilota della VTR Customs, a 90 gradi sulla Spitfire costruita su base BMW R1200R, commentano: «Ricordati che per capire se è veramente in squadra, ci devi appoggiare una birra sopra e non deve cadere».

Poi Maurizio Vettor di Moto.it (siamo stati media partner di the Reunion, anticipando programma e protagonisti della manifestazione), stivali in mano sotto la tenda militare verde tra le moto di Officina Analfabeta, pronto per lo sparo con la BMW R nineT Club Sprint Race insieme a Luca Frigerio: «Sul bagnato vince chi ha più sensibilità e pelo, i cavalli non bastano».

Non bastano nemmeno le prime due doti, perché a questa The Reunion non si rischia. Matteo Adreani, ideatore e organizzatore, conosce i limiti e i pericoli dell’asfalto bagnato. Ovvi per un evento che si basa proprio sull’accelerazione in uno spazio delimitato, quando si deve scaricare a terra tutta la potenza. Meno chiari per chi ne sbatte delle scodate e darebbe gas anche sotto al diluvio. È sabato quando, per smollare un po’ la tensione in una mezzora di tregua meteo, sventola la bandiera dello start in una veloce prova non competitiva. Ma sempre con una preghierina rivolta a quelli con il minimo alto: «Ocio che è bagnato e c’hai pure i tasselli uomo!».

Anche perché, per le derapate, lo spazio è 300 metri più indietro, nella pista della Elf Dirt Race. Stessa formula Reunion, uno contro uno a eliminazione diretta, ma qui ci si insegue in un ovale di fango. I partecipanti scattano dai lati opposti della pista, non importa se con moto vintage, moderne o unconventional. Vince chi completa per primo i tre giri del circuito. E allora eccoli gli unici tre eroi del weekend:

  1. Tommaso Valentino, Royal Enfield Himalayan.
  2. Michele Giacché, BMW GS 1100, Officine Sbrannetti.
  3. Adelio Lorenzin, Fantic Caballero 500 Flat Track.

Per tutti gli altri, re e regine dei dragster, c’è da attendere un mese per il secondo round del Sultans of Sprint all’autodromo Linas Monthléry in Francia, il 22 e il 23 giugno. Poi il terzo e ultimo capitolo della stagione, il Glemseck 101 a Leonberg in Germania, 31 agosto – 1/2 settembre.