Planet Explorer 14: Italia - Toscana

Esiste un luogo in cui arte, storia, cultura, tradizioni, paesaggi, enogastronomia si fondono assieme dando luogo alla regione indiscutibilmente più bella al mondo?
10 ottobre 2020

Sì che esiste, è la Toscana, culla del Rinascimento e dei più grandi geni dell’umanità e dell’arte: da Leonardo da Vinci a Michelangelo, da Giotto al Brunelleschi, da Donatello a Dante Alighieri.
Parlare della Toscana significa parlare della perla della nostra Italia, sicuramente l’ombelico del mondo per tutto ciò che artisticamente ha saputo creare e sviluppare dagli Etruschi ai Medici, ma anche una regione straordinaria per la sua orografia che spazia dagli Appennini ai litorali del mar Tirreno. E per Planet è stata sicuramente una tappa piacevolemente obbligata, sia per una ragione storico-culturale sia per il fatto che le strade della Toscana sono una vera e propria manna per i motociclisti.

La terza tappa di Planet Explorer 14 si sviluppa in senso orario e parte, come di dovere, dal suo capoluogo. Firenze è una città a misura d’uomo, si riesce a vivere a piedi e a visitare in un solo giorno, andando di corsa.
Ma per descrivere tutte le bellezze storiche, artistiche e architettoniche non basterebbe un volume di 400 pagine.
Noi che siamo in un live-tour ci soffermiamo solamente alle principali, a piazza Duomo, culla del Rinascimento fiorentino che riflette il suo fascino senza tempo nel battistero di San Giovanni, nel campanile di Giotto e nella cupola del Brunelleschi. Percorrendo via dei Calzaiuoli si entra in piazza della Signoria dove svetta Palazzo Vecchio fatto progettare da Arnoldo del Cambio nel 1299 con lo scopo di costruire una solida fortezza che dovesse poggiare sulle torri dei Ghibellini, sconfitti per sempre dai Guelfi.

Da qui parte il corridoio Vasariano che corre lungo il museo degli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio fino a raggiungere Palazzo Pitti.
Era questa la via di fuga dei Medici che, per evitare di scendere per strada visto che non da tutti erano amati, percorrevano a piedi la tratta “casa-ufficio” in una sorta di camminatoio sopraelevato. Ponte Vecchio è uno dei ponti più famosi al mondo, simbolo di Firenze ed è l’unico che non fu fatto saltare dai Tedeschi durante la seconda Guerra mondiale.
Ma non per un gesto di generosità delle truppe germaniche, quanto per l’intuizione di alcuni orafi che, indivuando gli ordigni, li sabotarono tagliandone i fili. Niente di meglio che piazzale Michelangelo per gustare una veduta d’insieme della città, dove fare una sosta, sorseggiare una bibita, per poi ripartire per la nostra seconda meta.

San Gimignano sorge su di un colle abitato fin dal III secolo avanti Cristo dagli Etruschi che lo scelsero per la sua posizione strategica di controllo sulla Val d’Elsa. Simbolo di San Gimignano sin dal Trecento, durante il periodo del suo massimo splendore, sono le sue torri e se ne contavano allora ben 72, erette dalle famiglie più abbienti come simbolo di ricchezza e potenza. Oggi ne restano solamente 13, ma sono l’esempio più autentico dell’archituttura medioevale Toscana.

In sella alla nostra Africa Twin riprendiamo la Firenze-Siena da Poggibonsi ma, dopo una quindicina di chilometri, siamo nuovamente costretti ad uscire per un’altra sosta. Entriamo nel cuore di Monteriggioni, un borghetto medioevale fortificato, circondato da una murata di forma ellittica che sembra disegnato dalle mani di un artista. Invece è proprio così, autentico come la sua storia. Fu costruito in una manciata di anni dai senesi, dal 1214 al 1219, per uno scopo puramente difensivo, proprio per sorvegliare la via Francigena e le sue valli in direzione di Firenze, da sempre storica nemica di Siena.

Proseguendo il nostro tour in direzione Asciano si incontrano gli scenari più belli delle terre toscane, quelli dei dipinti, di libri, poster e cartoline, quelli dalle colline ondulate, punteggiate da cipressi che ne disegnano i contorni di un paesaggio che non ha uguali al mondo. Entriamo in Val d’Orcia, nel regno di cipressi che l’hanno resa così famosa da togliere il primato a Bolgheri e a quel “duplice filar” descritto del celebre Carducci.
E se cercate una strada per ritrovare il sano piacere di andare in moto, per scoprire il gusto della guida fatta di curve in successione, dolci e scorrevoli, dove si piega con decisione ma senza rischiare, ecco allora siete nel posto giusto!
La Val d’Orcia offre decisamente scenari fuori dal comune, colline e vigneti si alternano quasi senza sosta, è questa la patria di uno dei più celebri vini al mondo: il Brunello e Montalcino per questa, e molte altre ragioni, val bene più di una visita.

Un’ora di strada separa la capitale mondiale del vino da Siena, una città che gode di una fama nettamente inferiore alla sua bellezza. Siena è una specie di fortezza inespugnabile, blindatissima e chiusa al traffico già dal 1965, divenendo la prima città simbolo italiana delle ZTL.
Il centro di Siena va visitato a piedi a meno di speciali permessi ed è tutto un saliscendi, non ideale ai deboli di cuore! Il centro di questa città è sicuramente racchiuso in quella sua piazza unica al mondo come forma che ricorda una conchiglia con 9 spicchi, ognuno dei quali dedicato ad uno dei geniali componenti del governo dei Nove che alla fine del XIII secolo resero Siena quel gioiello che è.

Ma questa città deve la sua celebrità a livello mondiale anche e soprattutto al Palio, la famosa disputa fra cavalli delle varie contrade che pare ebbe inizio già nel 1238 secondo alcuni documenti storici e che si ripete ogni anno per ben due volte: il 2 luglio ed il 16 agosto. Ed il 2020 è stato il primo anno dalla Seconda Guerra Mondiale che, causa covid, il Palio non ha preso il via.

Il nostro Tuscany-tour sta per concludersi ma non possiamo certo mancare una sosta a colei che, assieme al Colosseo, è il simbolo più riconosciuto dell’Italia nel mondo.
Sono 120 i chilometri che separano Siena da Pisa, una città appartenuta nell’Ottocento alle quattro Repubbliche marinare ma che vive oggi vive il suo splendore in quella sola, ma straordinaria piazza, piazza del Duomo, così unica ed originale, centro della vita religiosa, che fu lo stesso Gabriele D’Annunzio a ribattezzarla per questo in piazza dei Miracoli.

Il Camposanto, il Battistero, la Cattedrale ma poi c’è lei, solamente lei ad accogliere migliaia di turisti al giorno in epoca no-covid, la Torre di Pisa, un campanile alto 57 metri la cui paternità è ancora contesa fra Bonanno Pisano e il Gherardi, mentre certa è la data di inizio lavori stimata nel 1173 e che perdurarono per 200 anni.
La pendenza della Torre non è dovuta ad un virtuosismo architettonico come voleva il sentire romantico dell’Ottocento, ma alla cedevolezza del terreno stesso quando è iniziata la costruzione del terzo piano. Ma è stato grazie a ciò che è divenuta così la torre più famosa al mondo.

Testo e foto di Luca Bracali
Video Francesco Mazzei, Francesco Pierini

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